Saper portare una imbarcazione è divertente e di grande soddisfazione ma in questo campo non c’è spazio per marinai improvisati.
Il mare è dolce e meraviglioso, ma può essere crudele.
(Ernest Hemingway)
Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde.
(R.Tagore - Nobel 1913)
Prima cosa, decidersi.
Siamo tutti affascinati dal solcare il mare, quando in vacanza siamo scesi da un gommone che ci ha portati dal nostro albergo alla spiaggetta nascosta in un anfratto di costa, o quando bravi marinai si destreggiano davanti a noi su piccole barche a vela nella regata estiva fuori del porticciolo turistico.
Eppure, finita la vacanza, quello spunto a voler provare ad imparare anche noi, svanisce insieme all’abbronzatura.
Eppure prendere una patente nautica non è così difficile e si può fare anche lontano dal mare. Su un lago magari, durante l’autunno o l’inverno, per tornare l’estate prossima pronti a solcare il mare preparati.
Quindi primo step: ricordare quella sensazione di uomini o donne “veri” che abbiamo provato vedendo chi, nelle occasioni più diverse, ci ha offerto un passaggio barca per decidere di andare oltre e fare un passo concreto verso il diventare dei marinai.
Avere le carte in regola
Per chi è deciso a conoscere e vivere a fondo il mare la via più facile e concreta è conseguire la patente nautica.
La patente nautica si consegue dopo un corso ed aver sostenuto un esame e ha validità 10 anni dopo i quali va rinnovata sostenendo nuovamente l’esame a quiz.
È sufficiente quelle di categoria A per condurre imbarcazioni a motore o a vela entro le 12 miglia marine dalla costa, quindi, come entry level potremmo dire che basta e avanza.
In realtà la patente nautica non è nemmeno obbligatoria se si conducono imbarcazioni che abbiano dimensioni inferiori ai ventiquattro metri e navighino entro sei miglia dalla costa oltre alcune limitazioni di cilindrata dei motori e dei requisiti minimi di età.
Ma essere in possesso della patente da diporto rappresenta una garanzia di grande sicurezza per chi va per mare: conoscere le maree, i venti e tutti i fenomeni strettamente collegati alla conduzione di un natante può diminuire notevolmente gli incidenti in mare che, molto spesso, sono causati da inesperienza e scarsa dimestichezza con la pratica nautica. Sapersi destreggiare in tali situazioni critiche può veramente fare la differenza.
Quindi, riassumendo, il secondo step è prepararsi al meglio.
Regalare libertà
Tra il dire e il fare c’è di mezzo… il mare.
Il brivido della barca si è affievolito troppo? Avete bisogno di un richiamo per risvegliare la voglia di libertà e autonomia che vi aveva contagiati in vacanza? Bene. Dimenticate ancora per un poco scuola, esami e quiz e partecipate ad una delle crociere o week-end in barca che associazioni serie ed accreditate come Vivere La Vela organizzano. Magari in coppia o con amici a cui regalare anziché il solito maglione un week-end in barca sul lago.
Tornerete entusiasti e motivati a fare vostre le tecniche di navigazione.
Ora si che potrete pensare alla patente nautica per poi scegliere se siete velisti o “motoristi” e proseguire nel vostro personale percorso con il mare.
Quindi terzo ed ultimo step: fare! Iniziare da soli o in compagnia ma agire. Una volta iniziato non vi pentirete.