Festa del papà: fra i regali più difficili

Quante volte, in occasione di una ricorrenza come la festa del papà, soprattutto se sorpresi senza idee per un regalo, abbiamo inveito contro le feste commerciali create ad hoc da stuoli di malefici pubblicitari interessati solo al nostro portafoglio.

Eppure, quando sono nate, in queste feste di consumistico c’era davvero ben poco.

Vediamo allora un minimo di storia (così per darci un tono serioso).

La festa del papà è nata negli Usa già nel 1908, ma venne ufficializzata solo due anni dopo per volontà di una di sei figli cresciuti da solo da un veterano di guerra rimasto vedovo. Inizialmente avrebbe dovuto coincidere con il compleanno di questo padre esemplare ossia il 5 giugno, ma poi, a seguito di ritardi organizzativi, è caduta nella terza domenica di giugno data osservata nella maggior parte del mondo.

All’epoca si festeggiava da poco la festa della mamma e pareva giusto rendere onore anche ai padri, almeno quelli meritevoli, festeggiandoli e dimostrando affetto e riconoscenza per il ruolo svolto

In Italia, ed altri paesi a forte matrice cattolica (Spagna, Portogallo, Vaticano e Honduras) si decise di farla cadere il 19 marzo giorno in cui si festeggia San Giuseppe, ultimo patriarca e primo papà della tradizione cristiana.

Chiarite le origini della festa, restano i papà. Si ma di papà ce ne sono tanti, quello impegnatissimo al lavoro, quello stressato dal lavoro, quello che lavora e basta. Poi c’è quello che non lavora ed è in pensione e magari si annoia pure.

Tra dimenticanze, ritardi, impegni di tutti i giorni capita sovente che il festeggiato si ritrovi in regalo una sciarpa o una cravatta o magari una bella cintura.  Si sa, i papà hanno già tutto ed hanno pure poche esigenze.

E se per una volta regalassimo ai nostri “vecchi” un qualcosa di nuovo, di vero? Basta stereotipi da ultima ora, regaliamo qualcosa che faccia piacere a questi uomini ma anche qualcosa che li stimoli ad aggiornarsi, i papà sono per definizione più grandi di noi, ma più grande non vuol dire vecchio, stuzzichiamoli a stare al passo coi tempi, forza dai …

Ho sempre amato la tecnologia e l’evoluzione della rete con la rivoluzione che ha comportato ma con Facebook, non so dire perché, non ci siamo mai presi.

Un giorno pressato dagli amici mi apro un profilo e due minuti dopo ricevo un messaggio che dice: “che piacere vederti, finalmente!” era il mio prozio “Cecchino”, il fratello di mio nonno, di soli 82 anni!

Così ho scoperto che i social li usano tantissimo gli anziani, passo allora all’esperimento con mia madre, la doto di un tablet e le spiego le funzionalità di Facebbok e Whatsapp: ho creato un mostro.

Un mostro felice che tiene ed ha ripreso contatti quotidiani con parenti, amici lontani e vicini.

Se avete il babbo in pensione regalargli un tablet o uno smartphone di generose dimensioni – dopo i primi di giorni di apprendistato – li renderà felici di trovare una finestra sul mondo, il loro, che pareva lontano e dimenticato e che invece oggi è li nel piccolo schermo a luce blu.

Se il vostro papà fosse invece discretamente informatizzato allora potreste tentare di integrare la tecnologia in suo possesso con accessori mirati sui suoi gusti: per l’amante della musica degli auricolari in-ear e wireless in modo che mentre riordina il garage si ascolta in hi-fi le sue canzoni preferite, o per chi tira tardi davanti alla tv delle cuffie wi-fi, ce ne sono a prezzi abbordabili con qualità hi-fi del suono.

Per il babbo che ama lo sport o anche solo la vita all’aria aperta, uno smartwatch che tiene conto dei passi fatti, dei battiti cardiaci e, insieme a mille altre funzioni, fornisce la posizione Gps di dove si trova con la possibilità, sperando non serva mai, di inviare un SOS con coordinate Gps a numeri prescelti in rubrica del cellulare, può essere divertente oltre che utile.

Insomma “vecchio” fuori ma tecnologico dentro, come l’Uomo da 6 milioni di dollari.